Con la versione definitiva comparsa in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre, ancora una modifica al termine ultimo di scadenza delle concessioni.
La bozza entrate in Consiglio dei Ministri, che prevedeva lo slittamento delle concessioni alla fine del 2020, è stata ancora corretta: ora, nella versione definitiva, il “Milleproroghe” ha disposto la proroga fino al 2018.
Di stabile, tuttavia, in questo scenario c’è veramente poco, e la toppa è forse peggio del buco: aumentano l’incertezza e la confusione.
Per tutte le istituzioni (annullare i bandi o no? forse sospenderli?), per gli operatori (presentare domanda o no?), per le associazioni di categoria (che osservano interdette il balletto di scadenze e procedure).
Anche perché tre Regioni, alcune di grande peso, hanno già anticipato la possibilità di un ricorso alla Corte Costituzionale. Ed altre hanno informalmente fatto filtrare la notizia che potrebbero fare altrettanto.
Una prospettiva da incubo di carte bollate e di conflitto interistituzionale che va assolutamente evitato. Urge una soluzione politica. Intanto, resta ancora inevasa la richiesta di un incontro che la Federazione – con urgenza estrema – aveva chiesto al Ministro Calenda.