Giacomo Errico raggiunge per la sesta volta consecutiva la presidenza di FIVA CONFCOMMERCIO, l’associazione di categoria più rappresentativa del commercio ambulante e su aree pubbliche. Una riconferma plebiscitaria decretata da un voto a scrutinio segreto unanime (737 voti congressuali su 737) che riconosce il lavoro delle precedenti gestioni e lancia la FIVA verso il prossimo quinquennio.
Nella relazione programmatica, l’alleanza tra imprese cittadini e politica come fulcro del piano di rilancio del Paese: “C’è disgregazione, sono aumentate le diseguaglianze e l’instabilità sociale e politica. Cittadini ed imprese hanno bisogno di realismo e crescita. Servono politiche nuove per le aree mercatali: i problemi non stanno solo nel rilascio delle concessioni, i nostri mercati sono in condizioni pietose, e le difficoltà economiche proprie del settore sono inasprite da ritardi, incertezze e contraddizioni delle amministrazioni”.
Una visione che si sostanzia su dati concreti e su una agenda precisa: “Ripartiamo dai venti milioni di consumatori che visitano i nostri mercati una volta a settimana. Ma anche dall’impegno della nostra associazione, perché insista sulla formazione professionale e faccia crescere una nuova leva di giovani imprenditori, perché sappia pensare il futuro di un settore che ancora incontra il solido gradimento dei consumatori ma ha bisogno di manutenzione. E chiediamo ascolto alla politica, con forza. Duecentomila imprese, oltre mezzo milione di addetti, quasi ottomila mercati settimanali e più di quattromila fiere l’anno non sono soltanto numeri rispettabili. Sono un pezzo di Paese che coniuga tradizione e modernità del servizio, capillarità e dimensione umana, capacità d’impresa e sostegno ai consumatori deboli. Un mondo di piccole imprese che merita di essere sostenuto e valorizzato”.
Altro tema centrale all’ordine del giorno, l’interpretazione degli snodi fondamentali dell’ultima “legislatura”. Su tutti il riordino normativo del settore: “La gestione della cosiddetta Bolkestein, oltre a spaccare in due la categoria, ha creato una deprecabile situazione di caos normativo che non risolve le condizioni critiche in cui versano i nostri mercati. È necessario che su questa vicenda si metta un punto definitivo: la precarietà e l’incertezza generate dalle battaglie ideologiche e dai calcoli elettoralistici di certa politica va contro al reale interesse delle imprese.
Abbiamo raggiunto un risultato equilibrato, cercando di governare la Direttiva: messo in sicurezza le imprese con l’Intesa, sistemato le normative regionali, affrontato i primi bandi. E riaffermato la nostra forza sindacale e la nostra rappresentatività, per quanto alcuni si illudano di poterla negare, baloccandosi sui social. Oggi è necessario, addirittura improcrastinabile, un provvedimento che contemperi buona amministrazione ed esigenze d’impresa. Per noi questo provvedimento già esiste e si chiama Intesa in Conferenza Unificata. Dall’adozione del criterio della professionalità non si torna indietro”.