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SANGALLI: “QUELLA DI MARTEDI’ PROSSIMO SARA UNA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA E DI PROPOSTA

Il presidente di Confcommercio ha sottolineato che “è la prima volta nella storia e c’è un motivo: la disperazione”. “La resistenza delle imprese si è ormai esaurita, il Paese non può più permettersi di rinviare i provvedimenti assolutamente indispensabili per tornare a crescere”.


“La stagione difficilissima, che tutti speravamo si esaurisse nell’anno appena concluso, purtroppo, prosegue e il 2014 sarà dunque, con tutta probabilità, ancora un anno di transizione e non ci sarà una ripartenza tangibile del mercato interno”. Con questa parole il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha iniziato il suo breve intervento nell’ambito della conferenza stampa di presentazione della manifestazione di Rete Imprese Italia del 18 febbraio prossimo. “I consumi sono fermi, ben lontani dai livelli del 2007; la perdita del potere di acquisto – ha proseguito Sangalli – ha riportato i redditi delle famiglie ai livelli degli anni ’80; la pressione fiscale continua a crescere dopo aver raggiunto nel 2013 il 44,3%, un livello record nella storia del nostro Paese, incompatibile con qualsiasi prospettiva di crescita; la disoccupazione aumenta così come l’area di povertà assoluta che oggi conta quasi 5 milioni di persone. Uno scenario drammatico perché famiglie e imprese non possono più sopportare di stare ferme un altro anno. Hanno già pagato il prezzo più salato della più grave crisi che il nostro Paese ha visto dal dopoguerra ad oggi. Un vero e proprio bollettino di guerra che lascia ben poco spazio all’ottimismo e alla speranza,e che dovrebbe imporre una reazione forte e immediata da parte del governo e della politica”. Il presidente di Confcommercio ha proseguito sottolineando che “purtroppo l’economia reale è ancora in attesa di risposte concrete e immediate. Ed è su questo terreno che governo e parlamento devono spingere il pedale dell’acceleratore perché non si possono più rinviare o, peggio, derubricare a fatti di ordinaria amministrazione le vere emergenze economiche e sociali del Paese”. E’ per questo che “dopo un anno di richiami al governo Letta, di proteste, di avvertimenti, di denunce sulla politica totalmente inefficace, il prossimo 18 febbraio le imprese del commercio del turismo dei servizi e dei trasporti scenderanno in piazza. E’ la prima volta nella storia e c’è un motivo: la disperazione. Innegabile dunque che sia una manifestazione di protesta, innanzitutto, perché la disperazione di queste persone e di queste imprese è forte e diffusa e la loro resistenza si è ormai quasi esaurita. Ma è una manifestazione che vuole essere anche di proposta perché il Paese non può più permettersi di rinviare quei provvedimenti, quelle riforme, assolutamente indispensabili per tornare a crescere. E per far questo occorre rilanciare le forze produttive vitali, ancora presenti nel nostro Paese che devono essere messe in condizione di lavorare per dare il loro contributo alla ripresa e alla creazione di nuova occupazione. Non a caso, lo slogan che abbiamo scelto per questa iniziativa  vuole proprio richiamare l’attenzione sulla necessità di varare quelle misure a favore dell’economia reale – dalla burocrazia al credito, al mercato del lavoro – che sono un impulso indispensabile alla crescita e allo sviluppo. A cominciare, innanzitutto, da un percorso certo di riduzione delle tasse, senza scassare naturalmente i conti pubblici, ma che parta da subito, certo e graduale. Alludo naturalmente alla riduzione delle aliquote IRPEF così come previsto dal fondo taglia tasse”. “La manifestazione del 18 – ha concluso Sangalli – è il tentativo composto di queste imprese e famiglie che vogliono dire basta alla politica degli annunci e delle promesse e vogliono viceversa toccare con mano il segno del cambiamento e della discontinuità. Voglio sperare, dunque, che il Governo e la politica sappiano cogliere la drammaticità di questo momento e facciano quello che finora non hanno fatto. Iniziare a dare risposte concrete alle imprese e alle famiglie”.



Si unisce il documento”Perché manifestiamo”, sulle ragioni della protesta

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