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ARANCE E MARTELLO – UNO SPACCATO DEL PAESE

Alla Mostra del Cinema di Venezia, terminata proprio nei giorni scorsi, è stato presentato un film che rappresenta uno spaccato della vita quotidiana del Paese. Diego Bianchi, meglio conosciuto come Zoro – conduttore di Gazebo – ha firmato il suo debutto alla regia con un film ambientato in un mercato rionale (vero, quello di via Orvieto nei pressi della popolare zona di San Giovanni a Roma) dove, a seguito della notizia della chiusura deliberata dal Comune a causa dei lavori della metropolitana, gli operatori cercano di salvare la propria vita rivolgendosi alla politica rappresentata nell’occasione da una sezione del Pd (vera anche questa) con improbabili risultati. Il film può bene rappresentare la metafora del distacco fra politica e vita reale del Paese in una città alle prese con mille contraddizioni. Oltre alle venature autobiografiche, sono presenti nel film molti paradigmi della attualità: ci sono gli ambulanti inferociti, i militanti piuttosto demotivati e le loro liturgie di banchetti raccolta firme con annessi e connessi, una disperazione strisciante, i politici burbanzosi e melliflui, i simboli della città quotidiana. Il tutto in una atmosfera che unisce il comico e il drammatico con il rigoroso uso del dialetto romanesco e l’utilizzo dei maggiori elementi della romanità a partire da Francesco Totti, il calciatore dell’As Roma, la cui immagine si mescola con i ritratti dei politici “padri fondatori” del partito. Insomma, un affresco di sano realismo: una storia di ordinaria quotidianità di un microcosmo come ce ne sono tanti e che rappresenta la vera realtà del Paese.