I Mercati Europei di Fiva Confcommercio nascono nel 2001, sulla scia delle positive esperienze maturate in altri Paesi comunitari. A cercare una definizione semplice, si può dire che i Mercati Europei sono delle mostre-mercato dei venditori su aree pubbliche provenienti dai paesi dell’Unione Europea. In realtà i Mercati Europei di Fiva Confcommercio sono molto di più, perchè hanno un valore aggiunto che le consuete iniziative di piazza non riescono ad assicurare.
Il loro punto di forza è il contributo operativo che offre l’intero mondo del commercio: un Mercato Europeo prende forma grazie alla cooperazione della Federazione nazionale e delle associazioni territoriali del commercio ambulante, delle Camere di commercio, degli Enti locali quali Comuni o Regioni, dell’Ueca (Unione europea del commercio ambulante).
È grazie a questa capacità di "fare sistema" che i Mercati Europei arrivano sulle maggiori piazze nazionali, che per un intero week-end diventano internazionali.
L’idea che anima questi eventi è far incontrare gli operatori italiani e i loro omologhi europei con il consumo italiano. Nei Mercati Europei, i banchi di provenienza estera sono un centinaio, mentre i rappresentanti delle specificità regionali italiane si aggirano intorno alla ventina. Sotto il profilo merceologico, un 30% di banchi di alimentari si affianca ad un 60% del settore non alimentare, mentre il restante 10% è costituito da operatori che effettuano somministrazione. Gli operatori espongono i prodotti tipici e caratteristici delle nazioni di provenienza, disposti in modo da creare “aree nazionali”.
È grazie a questa varietà che il Mercato Europeo si realizza in un caleidoscopio di forme, profumi, sapori che ricordano le atmosfere europee, nella loro diversità ma anche nella loro somiglianza.
Non è esagerato affermare che i Mercati Europei contribuiscono fattivamente anche al processo di integrazione europea.
Per tutte queste ragioni le Amministrazioni hanno spesso accolto con entusiasmo queste manifestazioni. Esemplare in questo senso è il caso di Arezzo: il Mercato Europeo vi ha fatto il suo esordio nel 2005, e subito si è deciso che già dal 2006 sarebbe diventato un appuntamento fisso. I Mercati Europei sono una vetrina per le città che le ospitano, rivitalizzano il centro storico, lo restituiscono alla sua funzione originaria e particolare: far incontrare la gente.
Non è un caso che anche dei grandi capoluoghi di provincia abbiano messo a disposizione le loro piazze migliori, i loro “salotti all’aperto”, per i Mercati Europei: piazza Arringo ad Ascoli, via Verdi e via Garibaldi a Parma, a Padova il Prato della Valle, a Trieste piazza Ponterosso e le vie laterali al Canale di Ponterosso, piazza Sant’Antonio, via Cassa di Risparmio…
Ormai i Mercati Europei costituiscono un circuito di alto livello
Grazie anche alla preventiva selezione degli operatori, qualificano l’immagine del commercio su aree pubbliche, esaltano un campo in cui l’Italia vanta una tradizione ineguagliata a livello continentale, sia in termini qualitativo-professionali che legislativi.
Le tre-giorni del commercio europeo sono preceduti anche da una attività promozionale capillare (volantinaggio) e a largo raggio (radio, giornali), che garantiscono l’afflusso di visitatori da tutto il comprensorio: più volte a Trieste è stata toccata la quota-record di 250.000 presenze. È facile immaginare le dimensioni dell’indotto cittadino, non solo nel campo commerciale ma anche turistico.
Da ultimo, i Mercati Europei si sono sempre distinti per una serie di attività collaterali condotte a fianco dell’associazionismo locale. Grazie al loro sostegno, non sono mai mancate mostre fotografiche, attività di animazione, esibizioni di artisti di strada, bande musicali e gruppi folkloristici, raccolte di solidarietà.
È tutto questo che rende i Mercati Europei un evento atteso dai visitatori, dagli operatori stranieri, ma anche dagli esercenti in sede fissa e dagli operatori del turismo.